domenica 11 gennaio 2015

CHARLIE HEDBO È IL FALLIMENTO DEI SERVIZI DI INTELLIGENCE FRANCESI. MA IN ITALIA COME SIAMO MESSI?


"Quanto successo a Charlie Hedbo è stato definito l'11 Settembre dell'Europa, io invece direi che si tratta della Pearl Harbour dei servizi segreti francesi". Alfredo Mantici, ex capo del dipartimento Analisi del Sisde, interpreta gli aspetti d'intelligence della strage di Parigi in un'intervista ad Affaritaliani.it.


Quanto successo a Charlie Hebdo è stato definito l'11 Settembre della Francia, io invece direi che si tratta della Pearl Harbour dei servizi francesi. L'11 Settembre europeo c'è già stato, ed è stato l'attentato nella metropolitana di Londra del 2004. Anche in quel caso, tra l'altro, si era trattato di un attacco portato avanti da cittadini europei e non da jihadisti dall'estero. Le modalità operative tra Londra e Parigi sono del tutto diverse ma quello che conta sottolineare è che ci sono cellule di cittadini europei  pronti a colpire le città europee in nome di Allah. La debacle dei servizi segreti francesi, in ogni caso, è innegabile.
Secondo lei l'Europa, e l'Italia, investono abbastanza su intelligence e sicurezza?
Il problema è che per la sicurezza si spende in qualcosa che non si sa quanto sia efficace. Tanto più la sicurezza è efficace quanto più non succede niente. La Cia sostiene che grazie alle torture sono stati evitati degli attentati, come si fa a sapere se è davvero così? Manca e mancherà sempre la controprova e per questo i vari paesi sono restii a spendere sulla sicurezza. Il problema dei governi è capire che spendere per la sicurezza è spendere per qualcosa per cui i cittadini non vedranno mai risultati. In Inghilterra, dopo il 2004, l'hanno capito. Noi facciamo fatica a spendere quello che spendono gli israeliani. All'aeroporto Ben Gurion c'è un sensore che avvisa se qualcuno si sposta più lontano di qualche metro dalla propria valigia. Un sensore simile costa quanto un volo di Stato. E allora magari potremmo togliere qualche volo di Stato e investire di più sulla sicurezza...

L'Italia sarebbe in grado di far fronte a un attacco come quello subìto da Parigi?
In Italia esiste una buona rete territoriale di polizia e carabinieri in grado di percepire questi fenomeni. Mi astengo dal giudicare la rete informativa del servizio di sicurezza interno. Stando alla mia esperienza del post 11 Settembre posso comunque dire che l'Italia è considerata dai jihadisti un buon retroterra logistico perché in essa ci si può muovere liberamente. L'Italia ha un sistema giudiziario abbastanza indulgente, basti pensare che nel 2003 un magistrato, di fronte a un'intercettazione telefonica in cui un algerino diceva di non vedere l'ora di buttare giù un aereo Usa, decise di non rinviare a giudizio perché per lui l'algerino aveva semplicemente espresso un'opinione politica... L'Italia è un bel Paese per loro perché possono vivere tranquilli, non sono pressati e le maglie giudiziarie sono molto larghe. Fare un attentato in Italia provocherebbe una reazione violenta e loro lo sanno. Ritengo quindi che noi, così come lo eravamo nel 2007, siamo un buon retroterra logistico ma non un obiettivo primario.

Renzi ha proposto la creazione di un'intelligence europea. Le sembra una buona idea?
E' una proposta intelligente fatta però da una persona che non si rende conto che i servizi segreti sono espressione dei governi. Un servizio segreto comune presupporrebbe un governo comune. I servizi sono il braccio informativo del governo e dei ministri e fanno riferimento alle priorità nazionali. La collaborazione tra i diversi servizi già esistono ma è difficile creare un servizio in cui mettere da parte le esigenze nazionali. La Nsa spiava la Merkel per conto di Obama anche se Usa e Germania sono amici e alleati. Ma sapere cosa fa l'amico, da un punto di vista informativo, è utile quanto sapere che cosa fa il nemico. Si potrebbe studiare un modo per migliorare la circolazione di informazioni tra i diversi servizi ma per parlare di servizio unico bisognerebbe avere esigenze uniche anche in politica. E la politica estera dell'Italia è uguale a quella inglese, francese o estone? Finchè non c'è omogeneità formale, anche politica, è difficile creare una struttura informativa comune.

Altro interessante intervento è quello di Julian Assange, che prende di mira i servizi segreti francesi e li accusa di incapacità. "Il fallimento (dei servizi segreti, ndr) nella strage di Charlie Hebdo - dice Assange dall'ambasciata ecuadoriana di Londra in cui è rifugiato - è così evidente che bisogna porsi delle domande serie".

"I francesi - afferma il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, - cercano di presentare i killer come super-cattivi per nascondere la propria incompetenza. La realtà è che gli assassini di Charlie Hebdo erano dei principianti senza speranza, che hanno fatto un incidente con l'auto, lasciato le loro carte d'identità, si sono coordinati via telefono e alla fine sono morti. Perdere una dozzina di persone per mano loro è imperdonabile". Uccidere più di dieci persone non è da "superpoteri". Assange lo spiega così: "Qualsiasi idiota è in grado di farlo. L'autore del massacro di Port Arthur, in Australia, un uomo con un quoziente d'intelligenza di 66 (quindi letteralmente un idiota) ha sparato a 58 persone durante diverse ore, semplicemente perché lui era armato e le sue vittime no". E la tragedia a Parigi è il segno di come sia necessaria "una sorveglianza mirata e competente, non una sorveglianza di massa".

Liberamente tratto da Affari Italiani ed il Giornale

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